Tragedia all’ospedale Perrino di Brindisi. Una donna è morta sei giorni dopo aver partorito.
Il parto, poi una forte emorragia e la decisione del medico di procedere con l’asportazione dell’utero. Ma qualcosa è andato storto.
Viviana Delego è deceduta a 41 anni dopo aver dato alla luce due gemelli con un parto cesareo. Viviana aveva partorito il 22 dicembre scorso presso il Perrino di Brindisi. Solo sei giorni dopo alla donna di 41 anni è stato asportato l’utero a causa di una forte emorragia. A richiedere questo intervento molto invasivo era stato il ginecologo che, però, avrebbe ammesso di non essere in grado di eseguire l’intervento. Il primario di Chirurgia generale Giuseppe Manca ha raccontato la sua versione dei fatti in una relazione indirizzata alla direzione sanitaria di presidio. Il medico ha riferito di essere stato chiamato nella mattinata di sabato 17 dicembre per praticare l’asportazione dell’utero di Viviana Delego. A chiedere supporto era stato proprio il ginecologo dell’unità operativa di Ostetricia, che non si sentiva in grado di effettuare tale intervento.
Il ginecologo non sapeva cosa doveva fare
Secondo quanto riferito dal dottor Manca nella sua relazione, il ginecologo che avrebbe dovuto operare Viviana avrebbe espressamente ammesso di non essere in grado di far fronte all’emergenza, chiedendo così l’aiuto di Manca dal reparto di Chirurgia Generale. La vicenda si è conclusa in tragedia e la neomamma è morta in Rianimazione dopo l’intervento. Saranno necessari ulteriori approfondimenti per capire quali fossero le condizioni della donna prima di essere sottoposta all’asportazione dell’utero e per chiarire se la salute di Viviana Delego fosse già compromessa prima dell’ingresso in sala operatoria. Ad accertare eventuali responsabilità mediche sarà la Procura nel caso di esposti da parte dei familiari. L’ospedale Perrino di Brindisi era già finito al centro delle cronoche per la carenza di medici. La denuncia era arrivata dal senologo Stefano Burlizzi, responsabile della Chirurgia senologica dell’Asl. Il medico aveva spiegato di essere costretto a mandare i medici della sua equipe al Pronto soccorso con la conseguenza di non essere poi in grado di assistere adeguatamente le donne malate di tumore che erano ricoverate.
Fonte: Corriere della sera, Fanpage