Parte il tanto annunciato sciopero dei benzinai dopo la decisione del governo. Ma i pochi aperti alzano i prezzi
Martedì 24 gennaio, a partire dalle 19, inizierà lo sciopero dei benzinai in tutta Italia per protestare in riferimento alle scelte del governo Meloni. Una scelta che era stata inizialmente congelata e che, dopo il confronto con l’esecutivo, ha visto un nulla di fatto.
Ad annunciare lo sciopero sono state le associazioni di categoria, Faib Confesercenti-Federazione autonoma dei benzinai, Fegica e Figisc-Anisa Confcommercio. Parte quindi il tanto annunciato sciopero dei benzinai ma, mentre all’orizzonte si prospettano chiusure di massa e stazioni di rifornimento deserte, i pochi aperti alzano i prezzi. Ecco che cosa sta succedendo.
“Il governo, invece di aprire al confronto sui veri problemi del settore, continua a parlare di ‘trasparenza’ solo per nascondere le proprie responsabilità e inquinare il dibattito”. Recita così il comunicato congiunto tra le vare associazioni di categoria che hanno deciso di aderire allo sciopero dei benzinai. Il governo Meloni, dopo aver reinserito le accise al carburante (provocando un ulteriore aumento del prezzo), pare intenzionato a non fare marcia indietro ed è deciso ad andare avanti sulla sua strada. Le accise, dunque, resteranno e i controlli per scovare i furbetti alla pompa della benzina saranno serratissimi.
Dunque lo sciopero ci sarà, ma sale anche l’allarme per i probabili prezzi al rialzo proprio durante le 48 ore di proteste da parte della categoria. I gestori delle pompe di benzina intendono alzare la voce “contro la vergognosa campagna diffamatoria nei confronti della categoria”. Il riferimento è ai provvedimenti del governo giudicati “inefficaci” e “penalizzanti” nei confronti dei gestori. Questi infatti si difendono e rifiutano l’ipotesi del governo secondo cui l’aumento dei prezzi è imputabile anche all’azione illegale dei gestori con la presunta intenzione di allargare i loro margini di guadagno.
Dunque via libera allo sciopero dei benzinai che promettono di creare disagi e confusione. Le proteste partiranno durante la giornata del 24 gennaio 2023 e riguarderanno gli impianti di rifornimento dei carburanti, anche i self service. La chiusura forzata durerà 48 ore consecutive e partirà dalle ore 19 del 24 gennaio fino alle ore 19 del 26 gennaio. Sulla rete autostradale lo sciopero sarà attivo dalle 22 alle 24 e del 26 gennaio,
Intanto il timore è quello di un repentino rialzo dei prezzi del carburante. A lanciare l’allarme è il Codacons. Proprio a ridosso dello sciopero dei benzinai, infatti, si stanno registrando in molte parti d’Italia rincari del prezzo del carburante. Secondo l’associazione dei consumatori potrebbe trattarsi dell’”ennesima speculazione a danno degli automobilisti”. Secondo Carlo Rienzi, infatti, potrebbero esserci seri danni economici a carico dei cittadini.
Le medie nazionali sono infatti salite in maniera piuttosto seria e gli aumenti sono ormai un dato di fatto. La media del prezzo della benzina al self service è infatti salita a 1,842€, mentre il diesel self è a 1,888€. Sale anche il Gpl servito a 0,782€.
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