Non è detto che per andare in pensione si deve per forza avere un certo numero di contributi.
Infatti nel nostro sistema pensionistico proprio chi ha problemi di salute accede a scivoli pensionistici molto interessanti ma non è neanche detto che per andare in pensione a causa delle patologie di salute bisogna avere patologie che siano necessariamente di gravissima entità.
Cerchiamo di capire le interessanti novità per quello che riguarda l’obesità.
L’importante questione degli aiuti a chi soffre di obesità
Per chi ha la pancia, i fianchi grassi ed è obeso arrivano infatti delle possibilità molto interessanti di accesso alla pensione.
Sicuramente non basta avere qualche chilo di troppo per essere aiutati dall’INPS. Infatti per poter avere la pensione anticipata l’invalidità causata dall’obesità deve superare il 74%. Se l’obesità è tale da superare il 74%, si può accedere ad APE sociale. Quindi se si ha il 74% di invalidità e si hanno 63 anni (ma si devono essere anche 30 anni di contributi) si può andare in pensione prima. In alternativa per andare in pensione prima utilizzando il 74% di invalidità dell’obesità si potrebbe anche usare la quota 41, però in questo caso servono 41 anni di contributi versati e bisogna fare parte dei cosiddetti lavoratori precoci.
Obesità e commissione medica INPS
Per avere queste possibilità c’è bisogno che la commissione medica dell’INPS faccio un accurato esame del soggetto in modo tale da stabilire la percentuale della sua invalidità. Se l’invalidità supera il 67% oppure è anche pari a questa cifra si potrà richiedere l’assegno ordinario di invalidità. Ma questa cifra non presuppone necessariamente la fine del lavoro. Infatti anche chi percepisce questa cifra teoricamente può continuare a lavorare oppure no liberamente a sua scelta. Se sceglie di non lavorare percepirà questa cifra fino all’arrivo della pensione vera e propria.
Ci si può opporre per ottenere i soldi
Ma è sempre importante ricordare che se la commissione medica dell’INPS non riconosce l’invalidità o non la riconosce alla percentuale ritenuta corretta ci si può sempre opporre in via giudiziale. Infatti le decisioni della commissione medica dell’INPS possono essere impugnate per avere giustizia. Ovviamente non è detto che così si avrà ragione ma può essere una via per vedersi riconosciuti i propri diritti e gli aiuti necessari.