La riforma delle pensioni è un tema molto importante ma adesso emerge come nel 2023 si potrà andare in pensione anche a 63 o 64 anni ma con un assegno tagliato.
Come sappiamo per andare in pensione in Italia c’è bisogno di avere 67 anni di età e 20 anni di contributi.
Tuttavia proprio in questo 2022 sono ancora disponibili tre modalità comode per andare in pensione che però scadranno proprio con la fine dell’anno.
Le tre misure che finiscono quest’anno
La prima modalità comoda per andare in pensione è quella della quota 102, la seconda è quella di opzione donna e la terza è quella di ape sociale.
Queste tre opzioni comode per andare in pensione però scadono proprio con la fine di quest’anno ma in realtà adesso emergono delle novità molto interessanti. Infatti opzione donna potrebbe essere prorogata anche al 2023 e anzi potrebbe essere addirittura anche estesa agli uomini. Infatti proprio per questo si parla di opzione uomini oppure opzione tutti. Ma opzione tutti non è l’unica novità di questa importante riforma delle pensioni. Infatti questa riforma delle pensioni è molto attesa perché se non dovesse andare in porto, effettivamente dal 2023 ritornerebbe la legge Fornero. Un’altra opzione di cui si sta parlando molto è quella di quota 41.
Cosa succede nel 2023
Quota 41 è stata sempre una ipotesi molto voluta dalla lega ma oggi in particolare si parla di una quota 41 flessibile. Ma una forte attenzione c’è proprio nei confronti delle uscite a 63 o 64 anni. Già Pasquale Tridico aveva parlato di queste uscite anticipate come una possibilità proprio per la riforma delle pensioni del 2023 e sembra proprio che il governo Meloni voglia fare sua questa possibilità. Ma la questione più ambigua riguarda proprio il taglio che si dovrà andare ad operare all’assegno. Infatti un’uscita a 63 anni o a 64 anni sono ipotesi date come molto probabili per l’anno prossimo però il problema è proprio quanto i lavoratori dovranno vedersi tagliato l’assegno pensionistico in proporzione agli anni di anticipo.
In pensione a 63 o 64 anni
Molti parlano di un taglio lineare del 3% per ogni anno. Quindi per ogni anno che si va in pensione prima rispetto ai 67 anni ci dovrebbe proprio essere un taglio del 3%. Ma una questione molto calda è anche quella dell’aumento dell’assegno minimo di pensione ai €1000. Durante la campagna elettorale si era parlato molto dell’aumento delle pensioni minime a €1000 ma attualmente emerge come aumentare tutte le pensioni al di sotto dei €1000 proprio a questa importante soglia costerebbe all’INPS 33 miliardi e questo oggi appare sicuramente poco verosimile.