I percettori sembrano essere il bersaglio preferito del governo Meloni. Cambia nuovamente il Reddito di cittadinanza
In campagna elettorale Giorgia Meloni lo aveva detto: se sarebbe riuscita a salire al governo (cosa che di fatto è avvenuta) avrebbe fatto in modo di cancellare il Reddito di Cittadinanza. Una misura considerata iniqua e fatta apposta per i furbetti che non vorrebbero lavorare, ma vivere alle dipendenze dello Stato e con i soldi dei contribuenti.
Proprio per questo, una volta andata al governo, c’è stato molto timore da parte di chi percepisce il sussidio riguardo il futuro della misura e, soprattutto, delle loro vite. Da quando è salito al potere il nuovo governo, infatti, sembra che il bersaglio preferito siano proprio i percettori del Rdc: con le nuove norme, infatti, cambia ancora il Reddito di Cittadinanza.
Con l’approvazione del DDL 2023 il governo ha approvato il Documento programmatico di bilancio. Si tratta di una manovra economica messa a punto dall’esecutivo guidato da Giorgia Meloni per il 2022-2023. Nel decreto vengono menzionate misure a sostegno del reddito di molti cittadini maggiormente in difficoltà a causa della pandemia. Ma dall’altro lato sembra che tra i bersagli preferiti di questo governo sembrino essere proprio quei cittadini più in difficoltà economica.
Il Reddito di Cittadinanza, misura voluta dal Movimento 5 Stelle, è nata come una manovra di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà. Se nel secondo caso (il contrasto alla povertà) il RdC ha avuto un ruolo cruciale nel sostenere i cittadini maggiormente in difficoltà, nel secondo si è rivelata totalmente sbagliata dimostrando come non si tratti di una misura che non incoraggia i cittadini a trovare lavoro, anzi.
Proprio per questo, il governo guidato da Giorgia Meloni pare particolarmente intenzionato ad eliminare la misura o comunque a depotenziarla fortemente. Si parla di togliere il reddito ai giovani o a coloro che hanno fino ad una certa età. Il problema, però, è che si correrebbe il rischio di togliere entrate considerate vitali per coloro che ne hanno davvero bisogno. Ma sembra che questo al governo non interessi. Il Reddito di Cittadinanza, infatti, cambia ancora.
Già nel 2022 la misura di sostegno al Reddito era stata modificata in parte dal Governo Draghi. ‘esecutivo tecnico aveva infatti introdotto una modifica nella presentazione della dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro. Questa non dovrà più essere consegnata nei 30 giorni dal riconoscimento del reddito, in quanto la stessa domanda sarà allo stesso tempo una dichiarazione d’immediata disponibilità al lavoro da parte del beneficiario. Ma non solo, con le precedenti modifiche il beneficiario del RdC dovrà accettare almeno una di due offerte congrue (in precedenza erano tre). In caso di rinnovo del sussidio l’offerta da accettare sarà una.
Ma nel 2023 le cose potranno peggiorare per i percettori del Reddito di Cittadinanza. Il Governo Meloni, infatti, ha predisposto che a partire dal 1° gennaio le persone dai 18 ai 59 anni che possono lavorare potranno avere un massimo di 7/8 mensilità anziché le attuali 18 rinnovabili.
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