Pensioni, loro sono gli esclusi dell’ultimo momento: una vera e propria desolazione, ecco i dettagli a riguardo.
In queste ultime settimane il tema delle pensioni è stato fortemente al centro della scena, col governo Meloni impegnato a stilare le linee guida per la nuova manovra economica; all’inizio del 2023, come sappiamo, ci sarà il ricalcolo degli assegni per i pensionati con un nuovo sistema a più fasce, ma l’attenzione è stata maggiormente puntata sulle nuove regole per andare in pensione.
A quanto pare, con le ultime decisioni prese nella Legge di Bilancio, ci saranno alcuni esclusi dell’ultimo momento che avevano sperato di accedere alla pensione già a partire dal prossimo anno, ma che a quanto pare dovranno rimandare ancora il loro addio al mondo del lavoro; ecco i dettagli emersi.
Pare che in tanti dovranno ancora attendere il loro momento di ritiro, perché a quanto pare con le novità dell’ultimo momento molte persone rimarranno escluse; ad esempio, come riporta il sito money.it, cambiano le regole per l’Opzione donna e dunque molte nate nel ’64, salvo particolari requisiti, dovranno aspettare ancora prima di richiedere il pensionamento. Oltre a loro, tra gli esclusi pare ci siano anche alcuni contributivi puri, ossia coloro che hanno iniziato a versare contributi successivamente al 1° gennaio 1996; anche per tante altre persone che rientrano in questa categoria la pensione resterà, al momento, qualcosa di sperato.
Dopo il periodo di prova sembrava che l’Opzione donna dovesse essere confermata in toto anche dal nuovo esecutivo, ma proprio negli ultimi momenti pare siano state aggiunti dei requisiti che rendono l’accesso alla misura molto più ridotto rispetto a prima; se molte donne che hanno compiuto i 58 anni in questo 2022 erano già pronte a fare domanda, pare che ora a sfruttare la misura saranno solamente alcune. In particolare, Opzione donna sarà accessibile alle nate nel ’64 che hanno almeno 2 figli, considerato come il requisito anagrafico è stato innalzato di due anni (dunque 60 anni) ed è abbassabile di un anno (per un massimo di due anni) per ogni figlio; inoltre, la donna dovrà o essere invalida almeno al 74%, oppure una
caregiver (che assiste un disabile da almeno 6 mesi) o licenziata da aziende in crisi (per le quali è sempre valido il requisito di 58 anni di età). La platea che può accedere a questa misura si riduce dunque di molto.
Quanto ai contributivi puri, sempre come riportato dalla fonte sia per la pensione di vecchiaia a 67 anni sia per la pensione anticipata a 64 anni riservata ai contributivi puri è necessario aver maturato un importo non inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale (primo caso) e
e non inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale (secondo caso). Con l’aumento dell’assegno sociale che scatta a inizio 2023 si alza anche la soglia economica per accedere, dunque in tanti potrebbero dover rinunciare e rimandare tutto magari al 2024, quando ci saranno possibilità per loro favorevoli.
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