L’avvocato della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, ha rilasciato delle dichiarazioni che potrebbero sconvolgere il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi.
L’avvocato ha parlato a Fanpage.it, in occasione della riapertura delle indagini sul caso della scomparsa dell’allora quindicenne Emanuela Orlandi, avvenuta il lontano 22 giugno 1983.
“Ci chiediamo perché abbiano deciso di riaprire le indagini proprio ora, a pochi giorni dal funerale di Papa Benedetto XVI“, ha iniziato l’avv. Sgrò. “È un caso? Ha a che fare con il libro di monsignor Georg Gänswein che uscirà tra due giorni?”.
Secondo la Sgrò, qualcosa non va nel caso da lei seguito, e non è l’unica a pensarlo. “Tutte le nostre istanze finora sono sempre cadute nel vuoto. Aspettavamo delle risposte da un anno, e quello che ci chiediamo adesso è su cosa stanno indagando. Perché a scoprire la verità su quello che è successo ci vuole poco”.
Un altro elemento che fa riflettere è il fatto che la famiglia non è stata avvertita della riapertura delle indagini, ma hanno appreso la notizia dalla stampa italiana: “Siamo stati contenti ovviamente, anche se a mio avviso era più cortese avvisarci prima”.
“D’altra parte anche quando aprirono le tombe teutoniche lo sapemmo dal bollettino della sala stampa vaticana. Non c’è mai stata questa premura nei nostri confronti. A ogni modo l’apertura delle indagini vuol dire che oggi c’è la volontà di cercare la verità, o almeno così dovrebbe essere”.
Finalmente luce sul caso lungo decenni?
L’avvocato è convito che a far muovere le indagini è stata la morte di Joseph Ratzinger, papa Emerito deceduto di recente, il 31 Dicembre 2022.
“Ci sono degli elementi esterni che hanno sicuramente giocato un ruolo nella riapertura: la morte di Benedetto XVI, il deposito di un disegno di legge di alcuni parlamentari e senatori per aprire una commissione d’inchiesta su Emanuela Orlandi, l’onda mediatica di Vatican Girl che ha fatto uscire la vicenda in tutto il mondo”.
“Non ultima l’imminente uscita del libro di Georg Gänswein, il segretario di Benedetto XVI. Quello che ci piacerebbe sapere è quali piste saranno riviste e da chi. Il Vaticano vuole rivisitare gli atti della procura di Roma o tirare fuori quel fascicolo interno di cui si parla da tanto e di cui hanno sempre negato l’esistenza?“.
La famiglia ha sempre sostenuto che, in Vaticano, molti conoscano la verità sulla tragedia; l’avvocato lo ha ribadito: “Credo fermamente come Pietro che dentro al Vaticano ci siano persone che sappiano cos’è accaduto a Emanuela. L’indagine potrebbe essere velocissima, hanno tutti gli elementi a portata di mano e potrebbe volerci molto poco. Non so se ci sia però una volontà in questo senso”.