Un velo di mistero avvolge la morte dell’attore Paolo Calissano, scomparso lo scorso 29 dicembre 2021. Ad un anno dalla morte, il fratello dell’artista ha deciso di chiarire le vere cause del decesso. Leggiamo le sue parole.
Il corpo senza vita di Paolo Calissano venne ritrovato il 30 dicembre 2021 nella sua abitazione a Roma, l’autopsia rilevò un abuso di farmaci antidepressivi che avrebbe portato alla morte prematura.
Ad un anno dalla morte, il mistero riguardo la scomparsa prematura dell’attore risulta ancora irrisolto. Per diversi mesi, l’artista è stato in un certo senso tacciato di tossicodipendenza, reduce dall’accusa di spaccio che lo costrinse a scontare quattro anni di detenzione del 2007. La goccia che fece traboccare il vaso risale al 2005, quando un terribile scandalo minò per sempre la reputazione di Calissano: una giovane ragazza brasiliana venne trovata senza vita nell’abitazione dell’attore a causa di un’overdose di cocaina. Il Tribunale accusò Calissano di aver venduto la droga alla ragazza e successivamente venne emessa un’ordinanza cautelare ai danni dell’accusato. I primi anni 2000 rappresentarono uno dei momenti più difficili da lui vissuti ed affrontati. Da quel momento, il protagonista di Vivere non riuscì più a liberarsi dell’etichetta di tossicodipendente.
La morte di Paolo Calissano, un suicidio? La verità
In seguito allo scandalo del 2005, nessuna produzione italiana decise più di investire sulla figura dell’artista. Paolo Calissano perse consenso da parte del pubblico e non riuscì più a lavorare, il mondo dello spettacolo lo escluse completamente dalla propria cerchia. L’artista cadde così in depressione, travolto da una sofferenza che non riuscì mai a superare, considerato inesorabilmente un tossicodipendente. Per questo motivo, a distanza di un anno dalla morte, il fratello ha deciso di chiarire la sua posizione, cercando per lo meno di difendere Paolo dalle accuse prodotte negli ultimi anni.
“Non riusciva a lavorare” – sono state le parole di Roberto Calissano – “Aveva scritto tre sceneggiature. Le ho lette, sono molto belle. […] Mio fratello era capace, appassionato”. Roberto Calissano ha poi chiarito la sua opinione riguardo alla morte prematura del fratello, le indagini avrebbero confermato la morte consapevole e non accidentale: “Quella sera Paolo accettò il rischio di morire […] E’ molto doloroso per me ammetterlo”. L’autopsia infatti confermò l’abuso di farmaci antidepressivi, notizia che confermerebbe la volontà di suicidio.
L’attore si è suicidato, la morte non è accidentale
Quando si parla di morte accidentale in riferimento ai tossicodipendenti, generalmente l’autopsia rivela l’assunzione di un mix di sostanze tossiche quali droghe, farmaci, antidepressivi e simili. In questo caso, il medico legale avrebbe riscontrato esclusivamente l’abuso letale di farmaci antidepressivi, come se Paolo Calissano li avesse assunti tutti in una volta. Dalla seguente diagnosi nasce quindi l’idea che Paolo Calissano si sia effettivamente suicidato.
“Quell’indagine ha fatto un pezzo di strada” – ha chiarito Roberto Calissano – “Nel frattempo, ne sono state aperte altre. […] se si fosse indagato sulle diverse possibili motivazioni relative alla morte e sul suo stato d’animo, forse, si sarebbe sciolto questo enigma”.