Non fai queste domande? Vuol dire che sei molto intelligente a livello emotivo: ecco perché e quali sono i quesiti.
Al giorno d’oggi, sebbene abbiamo tanti comfort, viviamo in un mondo davvero frenetico, dove spesso siamo presi dalle varie attività quotidiane e non ci fermiamo mai a chiederci cosa sia davvero importante per noi in quel determinato momento, oppure non riusciamo a capire che abbiamo bisogno di spendere del tempo per noi.
Delle volte, siamo poi così presi che non ci rendiamo conto di come stanno gli altri, oppure non proviamo nemmeno a metterci nei loro panni per provare a capire cosa stanno passando e provando; avere un’intelligenza emotiva non è dunque da tutti e, se riesci a evitare di fare certe domande piuttosto sgradevoli, potresti davvero esserne dotato.
“Domandare è lecito, rispondere è cortesia” recita un noto detto popolare, ma ci sono domande che dovrebbero essere evitate per non mettere a disagio le altre persone, anche se non esiste una regola scritta che le “vieti”. Per questo, chi ha un’intelligenza emotiva riesce a comprendere la situazione e, anche solo provando a intuire cosa l’altro stia pensando o provando, evita di porre determinati quesiti. Hai mai riflettuto su questa situazione? Ecco quali sono le domande principali che andrebbero evitate.
Sostanzialmente, come riporta anche il sito GreenMe, le domande che andrebbero evitare riguardano sfere personali che, visti anche pregiudizi e stereotipi sociali, ci portano a provare dei disagi. Ad esempio, fare domande sul peso di una persona (se lo ha preso o perso) potrebbe non essere carino, perché chi abbiamo di fronte potrebbe vivere un disagio dovuto a qualche malattia di varie origini. Discorso simile anche per la sfera sentimentale: anche ingenuamente delle volte ci viene di chiedere di relazioni, matrimoni e figli (“quando ti sposi?”; “quando fai dei figli?”) senza considerare che quella persona potrebbe soffrire nello stare da solo oppure sentirsi “inadeguato” a livello sociale perché non ha ancora messo su famiglia, sebbene la realizzazione nella vita sia ben altro (ma lo stereotipo sociale è ancora forte).
Sempre riguardo agli stereotipi sociali, potrebbero non essere carine domande sui guadagni, oppure non considerare col giusto rispetto il lavoro altrui (“quando trovi un lavoro vero?”); il successo non può essere basato sul guadagno in termini di soldi, così come ogni lavoro (se onesto) va considerato tale, ed anzi andrebbe incoraggiata la ricerca di un lavoro che oltre a procurarci un sostentamento ci piaccia e ci renda felici ed appagati. Ovviamente, non ci sono regole scritte circa le domande, ma una persona particolarmente sensibile e attenta all’altro può evitare di mettere a disagio l’altro con questi quesiti, magari parlando degli stessi argomenti ma in maniera diversa; anche avere molta attenzione nella formulazione delle frasi, pur sostanzialmente intendendo lo stesso concetto, può fare tutta la differenza del mondo nel dialogo con l’altro.
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