In un panificio di Napoli il titolare cercava personale da impiegare al bancone. Il problema era lo stipendio: 3,5 euro l’ora.
Spesso sentiamo ristoratori, imprenditori e titolari di attività alimentare il fatto di non riuscire a trovare personale. Talvolta però le proposte di lavoro sono “indecenti”.
Questa volta l’offerta di lavoro “indecente” arriva da un panificio di Napoli. Il titolare offre un posto di banconista per una paga di 150 euro per 42 ore settimanali, ovvero 3,50 euro l’ora. L’offerta proviene dal quartiere dello stadio Maradona, Fuorigrotta. L’annuncio è stato pubblicato su Instagram dal deputato verde Francesco Emilio Borrelli, ormai diventato un punto di riferimento per chi abbia denunce da consegnare in materia in materia. Il messaggio pubblicato dal deputato racconta l’avventura di un trentenne napoletano, Luca Severino, che, assieme a sua moglie, ha chiesto informazioni alla titolare del panificio. «Ma cercate dipendenti o schiavi?», è stato il commento della coppia e la proprietaria ha replicato che avrebbero dovuto soltanto ringraziare perché altri panifici pagherebbero molto meno. Centinaia i commenti in calce al post del deputato, soprattutto di giovani disoccupati o precari indignati e offesi da questa offerta.
Offerte di lavoro indecenti
Purtroppo questo tipo di offerte di lavoro al limite della legalità sono tante e non riguardano solo il capoluogo campano. Da Nord a Sud senza tralasciare Centro e isole le proposte di lavoro con contratti fatiscenti e stipendi da miseria sono tantissime e fanno leva sul bisogno di molte persone disoccupate- non solo giovani ma anche madri e padri di famiglia oppure over 50 rimasti senza un impiego – di tornare a lavorare per pagare l’ affitto, le bollette, fare la spesa e dare da mangiare ai propri figli. Di recente, invece, in provincia di Pordenone, il proprietario di una bottega storica, la Cospalat, ha affisso sulla vetrina uno strano cartello. Il titolare dell’attività nel cartello spiegava di essere costretto a chiudere perché non riusciva a trovare personale con un minimo di voglia di lavorare. A suo dire, infatti, nessuno era disposto a iniziare a lavorare alle 8 del mattino e ad andare a lavoro anche il sabato.
Fonte: Corriere della sera, Italia a Tavola