Un semplice sciopero degli studenti è degenerato in uno scontro aperto contro i professori dell’Istituto protagonista, con tanto di lancio di uova da parte dei giovani.
Erano centinaia gli studenti dell’istituto professionale Rosa Luxemburg che, la mattina del Mercoledì 21 Dicembre, si sono recati di fronte i cancelli della scuola superiore, locata nel quartiere Baggio di Milano, in via degli Ulivi.
A dare il via allo sciopero sono stati, in particolare, gli studenti dei corsi di operatore elettrico e manutenzione e assistenza tecnica, che da mesi non hanno la possibilità di svolgere la propria attività scolastica a causa della mancanza di aree adeguate.
I laboratori dell’Istituto “Sono ormai chiusi da tre mesi” hanno spiegato durante lo sciopero, “A più di 200 studenti viene negata la possibilità di fare attività pratica e i più penalizzati sono i maturandi“. Lo sciopero, oltre ad essere stato sostenuto dall’Unione degli Studenti, ha visto partecipare anche giovani frequentanti altri corsi, alcuni anche del primo anno.
Lo sciopero, hanno tenuto a precisare i ragazzi, non intendeva occupare l’istituto: “Non si trattava, tuttavia, di un picchetto: non veniva impedito di entrare a scuola”.
Nei cartelli esposti dutante la protesta, i ragazzi hanno raccontato il bello ed il brutto della loro scuola, elogiandone le qualità ma denunciando anche i vari disservizi. “La versatilità degli studenti è apprezzata dalle imprese”, scrivono, dato che il Luxemburg occupa il secondo posto della classifica Eduscopio per la facilità a trovare lavoro dopo il diploma.
Poi ecco saltare a galla i difetti. Yasmine Romagnolo, studentessa del Luxemburg e rappresentante Uds ha raccontato: “Ci sono pochi bagni, si arriva perfino ad avere un solo bagno per sei classi, cioè per circa 130 persone. Un altro problema è la carenza di aule”.
“Alcuni studenti, di indirizzi completamente diversi, come fotografia e operatori elettrici, si ritrovano a dover condividere una classe e a fare le lezioni in comune insieme per poi dividersi nel momento in cui devono svolgere le lezioni di indirizzo”.
Durante la manifestazione gli animi si sono riscaldati fin troppo. Ne è testimone la preside dell’Istituto Anna Borando: “Un gruppo di studenti ha lanciato uova contro i vetri e anche contro gli insegnanti. Inoltre, hanno fatto esplodere petardi, creando una situazione di potenziale pericolo”.
“Il diritto a manifestare è innegabile, ma questi sono atti di vandalismo, non proteste. Ci saranno quindi provvedimenti disciplinari. Gli studenti, prima di scioperare, avrebbero dovuto informarsi, se non con me, coi loro professori. Gli avremmo spiegato, nuovamente, che i laboratori sono stati chiusi d’intesa con i docenti, perché avevano segnalato alcune situazioni non a norma”.
“Abbiamo avviato l’iter con Città Metropolitana, che è intervenuta coi suoi tecnici impiantisti. Oggi avevamo in programma un’altra riunione, ma è saltata. Certo, ci sono tempi tecnici, ma stavamo verificando se questi laboratori fossero sicuri. Giovedì convocherò i rappresentanti degli studenti. La riapertura dei laboratori avverrà a breve“.
Nonostante le rassicurazioni della preside, gli studenti non sono convinti ed hanno già dichiarato che, se la situazione non dovesse trovare una svolta a breve, si mobiliteranno nuovamente.
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