Si è svolta questa mattina la terza udienza del processo che vede come imputato lo scrittore Roberto Saviano reo di aver definito “bastardi” Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Qualche giorno fa la scrittrice Michela Murgia era intervenuta in difesa del collega.
Durante un’ospitata televisiva Michela Murgia aveva difeso a spada tratta Roberto Saviano nonostante egli, nel 2020, in prima serata abbia definito “bastardi” due parlamentari che oggi stanno al Governo.
Le parole di Murgia non sono state certo più benevole. Anzi: la scrittrice è arrivata addirittura a paragonare Giorgia Meloni alla camorra. Secondo la scrittrice, infatti, tanto Meloni quanto la camorra perseguiterebbero Roberto Saviano. Ospite a Di Martedì su La7, Michela Murgia, di fronte a milioni di telespettatori, ha asserito: “I capi di Governo non portano gli intellettuali alla sbarra in nessun paese democratico. Due persone, due entità, perseguitano in questo momento Roberto Saviano: una è la Camorra dato che ha ancora la scorta e quindi vuol dire che c’è qualcuno che sta valutando come lui sia ancora in pericolo, l’altra è la presidente del Consiglio“. Queste parole hanno impressionato persino il presentatore Giovanni Floris il quale ha sottolineato che, nel caso di Giorgia Meloni, si tratta di una lecita querela sporta dopo essere stata insultata da Saviano mentre nel caso della camorra si tratta di criminali.
Fratelli d’Italia chiede che Murgia non vada più in televisione
Questa volta i membri di Fratelli d’Italia non sono rimasti in silenzio di fronte a parole così pesanti. Paragonare il premier alla camorra, a prescindere dalle personali idee politiche di ciascuno, è un’affermazione davvero troppo forte. Pertanto il partito ha chiesto che Murgia non venga più invitata in televisione anche perché le sue parole potrebbero indurre qualcuno ad accanirsi contro il presidente del Consiglio o contro la sua famiglia. “Siamo al delirio totale. Una campagna di odio contro il capo del Governo” – ha affermato il capogruppo di Fdi alla Camera Tommaso Foti. Intanto Roberto Saviano, al termine della terza udienza del processo, fuori dal Tribunale ha ribadito le sue posizioni di ostilità nei confronti di Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Lo scrittore ha puntualizzato ai cronisti che lo attendevano di non essere minimamente pentito e che, tornasse indietro, li chiamerebbe nuovamente “bastardi”.
Fonte: Giornale, La7