L’ex senatore Vincenzo Barba ha scelto di far causa al nipote al quale, circa vent’anni fa, ha donato la ricca somma di 800mila euro.
Secondo l’imprenditore ed ex senatore di Gallipoli, il nipote si sarebbe mostrato freddo e distaccato dopo aver ricevuto il dono la cifra, ignorando anche un momento di difficoltà economica del parente. La situazione non è chiarissima, dato che entrambe le parti hanno sostenuto la propria ragione.
All’epoca il senatore Barba ha dato al nipote, tramite donazione, un miliardo e seicento milioni di lire, che in euro oggi sono pari a circa 800mila euro. Adesso l’imprenditore pugliese vuole indietro i soldi dal nipote, che secondo la versione dei fatti del 70enne, sarebbe stato un “ingrato”.
Barba ha raccontato di aver notato “un distacco da parte di mio nipote, evitava qualunque tipo di frequentazione, anche il minimo contatto telefonico. Anche quando ho vissuto un momento di difficoltà economica e chiesto un prestito di 5mila euro per le spese correnti mio nipote mi ha risposto di no, mi ha ingiuriato, deriso e offeso con amici, parenti e conoscenti comuni, sino a isolarmi completamente, evitando qualsiasi contatto telefonico”.
Due versioni della storia
Dopo un tentativo di mediazione pacifica, non andato a buon fine, l’imprenditore ha deciso di portare la questione in tribunale, appellandosi all’articolo del codice civile che prevede la revocabilità di una donazione per ingratitudine. Il nipote, come è prevedibile, nega la versione raccontata dal parente, sostenendo di essersi sempre comportato bene e con affetto.
Inoltre ha anche sostenuto che la richiesta dei 5mila euro da parte di Barba fosse assurda, in quanto è impossibile che lo zio stesse attraversando un periodo di difficoltà economiche. Come si legge anche negli atti del Tribunale, ha raccontato:
“Sono stato sempre attivo, anche dopo la donazione, in tutte le campagne elettorali, mi sono speso in suo favore. Tutto ciò in maniera disinteressata, mosso solo da grande affetto e devozione, rifiutando persino eventuali regalie e godendo profonda stima per lui”.
Insomma, le due versioni si scontrano, andando ad avvalorare due verità differenti. Lo zio ha confermato di aver volutamente donato la somma al nipote, che al tempo della donazione stava affrontando una serie di difficoltà economiche; anche il nipote ha confermato questa parte della storia, negando però il distacco e l’ingratitudine rivendicate dall’ex senatore.
Impossibile la mediazione tra le due parti; i congiunti si ritroveranno dunque in tribunale civile nei primi giorni di Maggio 2023.