Difese immunitarie, ecco cosa le ha abbassate nel corso del tempo: i dettagli arrivano direttamente dal nuovo studio, quanto emerso ha veramente dell’ incredibile.
Dopo più di due anni dallo scoppio della pandemia scatenata dal COVID-19, le difese immunitarie sono sempre più protagoniste dei dibattiti scientifici, specie poi nella stagione delle basse temperature; come sappiamo, nei mesi invernali virus e batteri sono molto più perforanti nel nostro organismo, portano i consueti malanni di stagione e non solo.
Di recente, un nuovo studio pubblicato sembra essersi soffermato proprio sulle difese immunitarie, rivelando però dei dati davvero incredibili che lasciano tutti quanti senza parole: riesci ad immaginare cosa, nel corso di questi anni, può averle abbassate? Ecco quanto emerso dalle ricerche.
Il nuovo studio sulle difese immunitarie
Come riportato dal sito GreenMe, di recente sulla rivista scientifica Nature Medicine è stato pubblicato un nuovo studio incentrato sul sistema immunitario polmonare ed effettuato da un team di studiosi della prestigiosa Columbia Universitiy; in particolare, i ricercatori hanno analizzato il tessuto immunitario polmonare di 84 donatori di organi, di età compresa tra 11 e 93 anni, tutti non fumatori o senza un passato da fumatori troppo invadenti. In questo modo, la ricerca ha potuto mettere in evidenza di carica di particolato nei linfonodi polmonari con l’avanzare dell’età, mettendo in risalto ancora una volta gli effetti negativi che, lo smog, ha sulla nostra salute. La scoperta della ricerca sulla carica di particolato da parte dei linfonodi, come riportato, pare infatti aiuti a spiegare l’indebolimento della funzione immunitaria respiratoria che si nota negli anziani; tra le cause non ci sarebbe dunque solamente il processo d’invecchiamento.
I danni dello smog al nostro sistema polmonare
Come sottolineato nella ricerca, l’effetto ripetuto negli anni di questo accumulo potrebbe creare dei danni irreversibili al nostro sistema polmonare, compresa la compromissione delle difese immunitarie; così gli anziani sarebbero più suscettibili a danni agli organi respiratori e a gravi infezioni, uno scenario per nulla positivo e che si dovrebbe il più possibile scongiurare. “Quando abbiamo esaminato i linfonodi delle persone, siamo rimasti colpiti da quanti dei linfonodi nel polmone apparivano di colore nero, mentre quelli nel tratto gastrointestinale e in altre aree del corpo erano del tipico colore beige” ha spiegato (sempre come si legge) Donna Farber della Columbia University Irving Medical Center.
Nella normalità delle funzioni, le cellule immunitarie ospitate nei linfonodi dovrebbero essere in grado di eliminare gli agenti patogeni e altri detriti, ma quando nei linfonodi si accumula troppo particolato diminuisce la produzione di citochine da parte dei macrofagi e dunque le cellule iniziano a ridurre questa funzionalità, rallentando di molto il processo di eliminazione delle sostanze estranee. Lo studio tende quindi a mettere in risalto una problematica che non può passare inosservata, sottolineando come specialmente gli anziani, dopo tanto accumulo di particolato, potrebbero non essere più in grado di gestire, tramite il sistema respiratorio, altre sostanze “tossiche”.