È possibile farlo ma non tutti conoscono le tempistiche. Ecco quando le casalinghe possono richiedere la pensione se il marito lavora
Non sempre in un nucleo familiare entrambi i coniugi lavorano regolarmente e con costanza. Possono infatti esserci casi in cui vi sono uno dei due che decide di non lavorare e dedicarsi alla casa o ad altre attività quotidiane.
A questo proposito vogliamo parlarvi di alcune possibilità che mette a disposizione lo Stato. Ecco quando le casalinghe possono richiedere la pensione se il marito lavora.
Non tutti sanno che la casalinga ha diritto alla pensione di vecchiaia nel caso in cui ha versato almeno 20 anni di contributi. Tuttavia, esistono delle alternative. Vediamo quindi quando le casalinghe possono richiedere la pensione se il marito lavora.
La casalinga (o il casalingo) potrebbe accedere alla pensione nel caso in cui scelga di aderire al Fondo casalinghe e versare i contributi. In alternativa, è possibile accedere alla pensione sociale. Tuttavia, questa non può essere usufruita dalla casalinga che ha un marito lavoratore o che già prende una pensione.
Dunque, possono esserci casi di una casalinga richiedente pensione che non ha lavorato per almeno 20 anni e non ha versato nel fondo casalinghe somme che possano permetterle una rendita. Inoltre, ci sono figure che sono vedove e percepiscono una pensione di reversibilità, o hanno un marito che lavora o prende pensione.
In questi casi è necessario agire d’anticipo, ovvero 20 anni prima che arrivi l’età del pensionamento (o addirittura prima). In questi casi è possibile versare contributi nel Fondo casalinghe oppure versarli in un Fondo integrativo che andrà a rivalutare il capitale maturato.
In quest’ultimo caso ci sono più vantaggi, in quanto le rivalutazioni sono leggermente più convenienti. La casalinga, dunque, potrebbe acceder ad una pensione nel compimento dei 67 anni, versando un importo a cadenza mensile in questo fondo, a titolo di contributo.
Si tratta, quindi, di una soluzione particolarmente vantaggiosa per chi la sceglie, in quanto è riconosciuto un concreto vantaggio fiscale rappresentato dalla deducibilità totale di ciò che è stato versato dal reddito complessivo. Su questo si calcolerà l’IRPEF, con un conseguente risparmio sulle tasse da versare.
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