Bon Jovi entra ufficialmente nella storia della ristorazione: il cantante ha aperto un ristorante dove non si paga.
Jon Bon Jovi entra nella storia della musica internazionale nei primi anni ’90, divenendo in poco tempo un vero e proprio volto simbolo del panorama musicale statunitense. Membro e fondatore della band I Bon Jovi, incise insieme al gruppo quindici album, che si sommano ai due prodotti da solista. Oltre ad eccellere in tale campo, Bon Jovi sperimentò anche il piccolo e grande schermo – partecipando a diversi prodotti tra cui Il cacciatore di tenebre, Un sogno per domani, ma anche Capodanno a New York e No Looking Back.
Data l’incredibile fortuna derivata dalla notorietà, John Bon Jovi decise di investire i guadagni in diversi locali di ristorazione solidale: delle strutture dove anche i meno fortunati hanno la possibilità di godersi del buon cibo in compagnia delle persone più care. A questo proposito, il cantante ha aperto il terzo locale, un luogo in cui i pasti sono addirittura gratis. Vediamo insieme tutti i dettagli.
John Bon Jovi apre un ristorante solidale, tutto gratis
Insieme al Red Bank e Toms River, John Bon Jovi ha aperto anche il JBS Soul Kitchen – un ristorante particolarmente rinomato che serve ottimo cibo anche ai meno fortunati. Chiunque ha possibilità di accesso al ristorante, una volta consumato il pasto è possibile richiedere di non pagare il conto di fronte a provate difficoltà economiche. Tutto ciò che il proprietario chiede in cambio è un piccolo contributo nell’orto del ristorante oppure in cucina; chi invece risulta benestante, dovrà pagare il conto come qualsiasi cliente.
Non si tratta infatti di una mensa per i poveri, bensì in un vero e proprio ristorante la cui offerta comprende bistecca con pannocchia al forno, hamburger con patatine fritte, zuppa alla zucca, pollo fritto o insalata di avocado. “Il cibo sano non può essere solo per i ricchi” – sono state le parole dell’iconico artista – “Tutti sono i benvenuti nella nostra tavola, dove ogni piatto è preparato con ingredienti locali”.